Le guide turistiche per la vostra visita guidata dalla cita di Mostar in lingua Italiana. La visita alla chiesa francescana di San Pietro e Paolo, il Ponte Vecchio sul fiume Neretva, il Ponte Storto, Moschea di Koski Mehmed Pasa, Bazaar ....
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I luoghi dove tutto scorre
di Raffaele PalumboIl “ducato che scorre” racconta dunque della Bosnia Erzegovina e così anche Mostar (nella lingua locale Mostar/Moctap) racconta il proprio destino con il proprio nome. Centro del cantone di Erzegovina-Neretva della Federazione bosniaco-croata fa derivare il proprio nome dal suo antico ponte, lo Stari most, e dalle torri sulle due rive, i custodi del ponte, o “mostari”. A scorrere nel pieno del centro cittadino è la Neretva. Fu Mostar un tipico prodotto dell’ingegno e della capacità ottomana di mescolare culture ed esperienze. Fondata proprio alla fine del XV secolo, durante gli albori dell’affermazione turca, Mostar divenne, in breve, il centro amministrativo dell’Impero ottomano nella regione dell’Erzegovina. Da qui un’impronta che costituisce parte importante dell’identità e dell’architettura della città. Che pure conserva i passi successivi della sua storia che diventa via via sempre più europea. Oggi Mostar si presenta come una città di grande attrazione turistica e insieme una realtà culturale importante per tutta la regione. Sono presenti in città vari centri culturali e musicali, l’archivio cantonale, il Museo dell’Erzegovina, varie biblioteche tra cui quella cittadina intitolata all’“Herceg Stjepan Kosača”, teatri, e centri culturali di altre nazioni europee. Ma sono soprattutto le straordinarie architetture cittadine ad attrarre turisti e visitatori da tutto il mondo ed a fare di Mostar uno dei maggiori centri turistici di questa parte dei Balcani. La città vecchia (Stari Grad), che dal 2005 è stata inserita nelle liste del patrimonio UNESCO, il quartiere storico con il Ponte Vecchio (Stari Most), la moschea di Karađozbeg - Karađozbegova džamija e insieme la Franjevačka crkva, la chiesa con il campanile più alto della Bosnia Erzegovina. E poi le mille strade e stradine ferme nella storia, come la Bišćevića sokak, la strada con la famosa casa Turca e lo storico quartiere Brankovac, con le case ed i cortili delle più antiche famiglie di Mostar, costruito in stile ottomano. Infine, sul versante urbano, il vecchio insediamento di Blagaj, con la sorgente del Buna(Vrelo Bune), la famosa Tekija e la cittadella vecchia, antica proprietà del duca Stjepan Kosača (Stjepan Grad). Anche sul versante naturalistico Mostar offre bellezze importanti, come il Parco Naturale Ruište, sulla montagna Prenj, famoso per le varietà di giglio bosniaco, la riserva naturale Diva Grabovica, con una natura selvaggia e quasi intatta, e il parco naturale posto nella zona ovest della città Mostarsko blato. Osservando tutto questo, tornano infine in mente le parole del premio Nobel per la letteratura Ivo Andrić: «Di tutto ciò che l’uomo, spinto dal suo istinto vitale, costruisce ed erige, nulla è più bello e più prezioso per me dei ponti. I ponti sono più importanti delle case, più sacri perché più utili dei templi. Appartengono a tutti e sono uguali per tutti, sempre costruiti sensatamente nel punto in cui si incrocia la maggior parte delle necessità umane, più duraturi di tutte le altre costruzioni, mai asserviti al segreto o al malvagio». Andrić scriveva queste parole in un racconto del 1963, intitolato proprio I ponti, che si concludeva così: «Tutto ciò che questa nostra vita esprime – pensieri, sforzi, sguardi, sorrisi, parole, sospiri – tutto tende verso l’altra sponda, come verso una meta, e solo con questa acquista il suo vero senso. Tutto ci porta a superare qualcosa, a oltrepassare: il disordine, la morte o l’assurdo. Poiché, tutto è passaggio, è un ponte le cui estremità si perdono nell’infinito e al cui confronto tutti i ponti di questa terra sono solo giocattoli da bambini, pallidi simboli. Mentre la nostra speranza è su quell’altra sponda». MOSTAR IN BREVE...
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